Ristorante La Piazzetta + Golosaria

Qualche giorno fa un amico mi ha fatto un gran bel regalo. E’ stata una serata speciale insieme ad una persona altrettanto speciale. Una sorpresa dopo l’altra, che mi hanno piacevolmente stupida e meravigliata. Trovo che le sorprese più belle siano proprio quelle che ti aspetti meno. Ogni tanto capita ci venga fatta una sorpresa ma che, bene o male, già la si immaginava. Io invece non mi aspettavo nulla di tutto ciò. Una cena quasi a lume di candela presso il ristorante La Piazzetta di Montevecchia, in Brianza. Un certo Mario Soldati ne descrisse il posto dov’è situato il ristorante come ”tra le più belle posizioni di tutta la Brianza: uno spalto altissimo, un balcone che si erge, fuori dalle nebbie" a 24 kilometri dal Duomo di Milano, questo borgo si trova in uno dei rari scorci intatti di Brianza.

l ristorante è gestito da Walter Stuerz, una persona che si è dimostrata davvero piacevole e disponibile nel
parlare, chiacchierare e consigliarci, e sua moglie Marinella, di una dolcezza più unica che rara, impossibile non percepirla anche solo guardandola negli occhi. Questa adorabile coppia ha aperto il ristorante nel 1998 e dal 2003 collabora con loro lo Chef Riccardo Crepaldi.
Il ristorante è raccolto, accogliente, ordinato, pulito, luminoso; è composto da una saletta che offre all'incirca 25 coperti che variano a seconda delle stagioni, come ben i tiene sottolineare Walter: ogni stagione propone frutti, verdure e ortaggi diversi.

Non si può pensare di trovarvi accompagnamenti o dolci al melone in pieno inverno, oppure trovare un gelato di castagne o un piatto con funghi ad aprile o maggio. I piatti seguono le stagioni e non viceversa. Se dico ciò, è perché c’è gente che di richieste del genere ne fa e pretende PURE di arrabbiarsi capite? Sì, è così. E Walter lo ha confermato.
In ogni caso noterete, dal menù in pdf presente nel sito, che i piatti variano di giorno in giorno, magari non sempre tutti, ma variano in un modo tale da avere, nel giro di un mese, un menù completamente nuovo.

Nella bella stagione si può godere di un panorama mozzafiato sulla Brianza, da una piccola balconata sulla quale è possibile prendere posto. E che panorama! Lo si intuisce dalle foto che potete vedere nel sito, ma io stessa vi assicuro che anche in tarda sera, un fitto buio intriso di luci colorate è uno splendore, da lasciarci occhi e cuore.

La cordialità e la simpatia di Walter ci ha permesso di vivere dei momenti da veri protagonisti, con tutte le attenzioni che un ospite/cliente è sempre lusingato di ricevere.
Si nota la competenza di Walter, segno di grande esperienza; attento, capace, esperto. Mi ha colpito da subito per il suo porsi con estrema raffinatezza senza cadere in atteggiamenti “snob”, come accade spesso.

Ora passiamo al menù della serata. Non tutto però, non lo ricordo purtroppo. Ma almeno quello che abbiamo ordinato noi... con tanto di vino - dal nome alquanto difficile da pronunciare - decisamente perfetto e secondo me molto azzeccato con le pietanze scelte.

Una volta entrati nel ristorante, ci siamo diretti al tavolino prenotato e ho notato che aspettava solo soletto ma impavido, un sacchettino di carta elegante, un tipo di carta rustico, contenente dei grissini e del pane particolare, tipico del Trentino Alto Adige (rinomato quello della Val d'Ultimo): pane di segale al cumino. Croccante, simile ad una schiacciata. Davvero buono. Dal colore dorato e dal profumo deliziosamente speziato.
Come apertura ci è stato portato un assaggio di trancetto di pesce spada tiepido, appena scottato su dell'insalatina condita con dell'olio (che mi sembrava) aromatizzato e pinoli, con uno spicchio di arancio e un assaggio di mousse di barbabietola. Ottimi abbinamenti e leggeri giochi di temperature che mi piacciono sempre moltissimo.
Antipasto. Entrambe abbiamo scelto un carpaccio di orata del mediterraneo tiepido, con pesto di sedano e salsa di pomodoro e capperi. Di una morbidezza indescrivibile e accostamento azzeccatissimo il pesto al sedano (e foglie di sedano) molto profumato.

Andiamo avanti.. Per Roberto una zuppa di pesce con crostini di Polenta di Storo. Per me triglia farcita con patate, carciofi e capperi con capesante panate, il massimo che potessi desiderare. Al centro del piatto la triglia, carnosa e saporita, che racchiudeva una purea piacevolmente delicata di patate. A circoscrivere la triglia delle capesante panate, carciofini con gambo, capperi e cubetti teneri di patate.

Gewürztraminer “Kolbenhof” è il vino che ci ha accompagnati per tutta la cena. Un vino color giallo paglierino, dal sapore complesso. Non estremamente secco ma nemmeno il contrario, di un dolce floreale, equilibrato.

Per finire in dolcezza, Robi ha scelto, tra i vari dolci, un gelato di castagne proposto con un accompagnamento di sciroppo di mosto e sfoglia di caramello. Semplicemente delizioso - ha detto - perfetto come dolce autunnale.
Infine caffè e con pastine varie.

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Ieri sono stata a Golosaria.
Una nota di merito va in particolare ad un produttore della Lombardia che ha attirato la mia attenzione: la macelleria Da Pinuccio, che vanta di carne di altissima qualità come la borroeula, uno dei piatti tipici della Brianza, che ricorre nel periodo in cui si insacca il maiale. Per questo piatto popolare della Brianza contadina, è necessario il focolare perché la borroeula va cotta sotto la brace, in bornis proprio come la castagne arrostite, chiamate boroeul. Poi lardo aromatizzato, paté di fegato di vitello, bresaola… e che bresaola! E che lardo! Assaggiato, ma non prima di aver ascoltato attentamente e con meraviglia Carlo che raccontava della produzione, le particolarità del tipo di taglio, la conservazione.. e tante altre preziose informazioni. E’ un gran bel personaggio! Senza dubbio il miglior artigiano che abbia mai incontrato e avuto il piacere di conoscere finora. Carlo Casati, questo il suo nome, è capace di proporre nella sua bottega – situata nella razione di Sartirana, a Merate (Via Cavour, 7; chiuso domenica e lunedì pomeriggio) – un inno goloso alla norcineria tradizionale brianzola. Come dice la Guida Critica Golosa 2010 di Paolo Massobrio e Marco Gatti. E ancora: prodotti a partire dall’inimitabile Borroeula, come dicevo prima, ovvero pasta di salame crudo snervata e non insaccata, ideale per essere spalmata su fette di pane, per un aperitivo sontuoso e di qualità. E’ una preparazione antica, che i Casati si tramandano da generazioni, e che realizzano partendo da carni di qualità assoluta e scupolosamente selezionate. Lo stesso avviene per il salame crudo, la pancetta, il lardo lavorato caldo e per altre specialità a base di carne bovina tra cui il paté di fegato di vitello conservato in gelatina, l’hamburger di vitello con erbette, le valdostane ripiene di formaggio e, soprattutto, l’eccellente (confermo al 100%) bresaola, ricavata dalla sola coscia di manze allevate nella Bergamasca e nutrite esclusivamente a latte. Tutto questo e molto altro.. parlando con lui dal vivo direttamente, si ha l’insolita grande occasione come di ‘partecipare’ attivamente ad un percorso gastronomico delle carni da macello. Un grande personaggio.
Altra nota al
Cioccolato di Bruco, brave persone e molto alla mano, simpatiche e disponibili soprattutto. Uno di loro mi ha fatto praticamente fare un percorso di assaggi del cioccolato, briciole oserei dire, briciole di cioccolato ma che, insieme, degustavamo fino all’ultima nota, fino all’ultimo residuo di sapore che permaneva in fondo alla lingua e sul palato… fino alla fine, fintanto che il cioccolato era oramai del tutto sciolto e finito ma il sapore, quello no, le note, quelle no. E sono quelle che si aspettano in un assaggio, sono le note, il retrogusto, la parte finale, quella che ti lascia a fatica, che non ti abbandona, che permane a lungo.. Ecco, quella è essenziale. Così ho assaggiato del cioccolato puro al 75%, molto buono, ma ancor di più lo era il cioccolato fondente al sale, con un mix di sale di Cernia e un altro tipo che purtroppo non ricordo. Poi tanti altri tipi tra cui il gianduia, buonissimo, ma non è il mio ideale (preferisco i puri o comunque i fondenti. Il cioccolato che disprezzo di più? Quello bianco. E lui era d’accordo con me:). Poi Praline al Ciocc’olio: praline di cioccolato Puro Extra Fondente: colore bruno, sapore ricco, complesso, e persistente.
”Ciocc’Olio” unisce il sapore del fondente ad una goccia di Olio Extra Vergine di Oliva, ottenuto dalla spremitura meccanica delle migliori olive delle cultivar Frantoio, Leccino, Ascolana. Molto buono, assai delicato. Non parliamo poi delle Praline Cabosse, un Peccato chiamato Fondente, Gianduia e granella di nocciole. E le Praline Lonzetta di Fico?, cioccolato puro extra fondente al 71% con ripieno di fichi, mosto d’uva e frutta secca. Esterno cacao National 71%, interno composto da un fine impasto di fichi bianchi, mandorle, noci, semi d’anice, dolcificati con mosto d’uva. Il tutto aromatizzato con rum e anice. Ottimo, anzi eccellente, retrogusto. Avrei continuato ad assaggiarlo ancora e ancora solo per sentirlo nel suo peccaminoso ed eccellente “finale”, da applauso.

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